Test della
Geoptik Polar Photo Box
Recentemente ho avuto modo di acquistare
una Geoptik Polar Photo box per Macchine fotografiche Canon, avendo da
tempo la curiosità di verificarne il
reale funzionamento e l'utilità nella fotografia
astronomica. La polarbox si presenta essenzialmente costituita da una
scatola da parete stagna
comunemente commercializzata da
una nota marca di prodotti elettrici, internamente isolata con dei
pannelli spessi 1 cm di materiale isolante ad alta
densità al qual nella parte posteriore interna ed
esterna sono applicati due dissipatori con ventole montati a sandwich con
l'inserimento di una cella
peltier da 51w. l dissipatore esterno ha una ventola di
80mm e quella interna è di 65mm; l'intero sistema pesa 1,150Kg, quindi meno di
una comune
camera ccd professionale.
La Polarbox presenta inoltre sul davanti un
foro preciso per far passare l'anello a T della canon o comunque gli
accessori per il telescopio, ed ha una vite
con passo da 1 1/4 di tipo
fotografico, per fissare la macchina fotografica. La chiusura avviene
attraverso 4 viti di plastica laterali che la rendono
perfettamente isolata dall'esterno. Da
evidenziare inoltre la presenza di un interruttore per l'accensione
dell'apparato ed un termometro con schermo che
mostra la temperatura interna ed esterna
(da evidenziare che la temperatura interna è quella indicata nel
termometro digitale come Out, mentre l'esterna
In). Su vari siti si parla di un consumo di
circa 5 Ah, nella realtà ho potuto verificare un consumo intorno a 4 Ah,
quindi un pò sotto, comunque c'è da
considerare di poter impiegare una batteria auto
interamente per questa Polar Photo Box. Sono passato a questo punto al
test, e montando la mia
Canon 1000d mi sono accorto subito di alcuni particolari...
Nella fattispecie è necessario utilizzare la Canon con un sistema di
alimentazione esterna
acquistabile tranquillamente su Internet... ed inoltre risulta
assolutamente necessario disattivare lo schermo digitale che altrimenti si
guasterebbe a
causa della temperatura; conviene altresì fare una prova di scatto dal computer
per verificare che tutto funzioni, prima
di chiudere la Polar Photo Box
onde vanificare 1 ora circa di raffreddamento.
Il passaggio dei cavi da interno ad
esterno avviene attraverso un foro applicato sulla parte sinistra che
viene chiuso con un connettore di plastica.
Ritengo che quel punto sia il più
delicato, in quanto essendo molto molto preciso, i cavi tendono ad essere
incurvati e schiacciati e quindi bisogna stare
particolarmente attenti. La Polar Photo
Box genera una inevitabile condensa in presenza di umidità, quindi all'interno risulta
consigliabile incollarci
2 bustine di silicagel preferibilmente
nella parte anteriore interna destra e superiore dove c'è maggiore spazio,
mentre all'esterno la condensa si verifica
inevitabilmente nella
piccola prominenza anteriore realizzata per il
flash della Canon, e nelle parti curve che permette l'inserimento
delle viti di plastica
in quanto lo strato isolante è assente. Qui di seguito vi inserisco una serie di
foto fatte dell'apparato subito dopo l'utilizzo.
Ho iniziato a fare
una ripresa di 10 minuti a 800 Iso quando la temperatura era di 23.4 gradi
centigradi e terminata ho fatto partire la Polar Photo Box e
dopo 1 ora la
temperatura era a 2,6 Gradi centigradi!!! Un bel delta termico che
permette di lavorare nelle notti estive a temperature tipiche di quelle
invernali. A questo punto ho fatto partire
un'ulteriore scatto sempre di 10 minuti. Questi sono i risultati:
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Dark senza
Polar 600 sec 800 Iso
Temperatura 23.4 ° |
Dark con
Polar 600 sec 800 Iso
Temperatura 2,6 ° |
Che dire... i dark penso si commentino da
soli, indubbiamente l'efficacia ed il delta termico che la Geoptik Polar
Box genera permette di ridurre il rumore
in maniera notevole, lasciando evidenti solo
i pixel morti della mia Canon ed eliminando tutto il colore rossastro
che si genera in assenza.
Questo si traduce sicuramente in maggior
segnale che la stessa Canon riesce a catturare permettendo esposizioni
più lunghe o con Iso più elevati
e maggior dettagli nelle riprese degli
oggetti astronomici.
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